Questo mio lavoro non è solo gelidi e polverosi cantieri o ore e ore chino alla scrivania davanti al monitor di un pc, spesso questa professione regala occasioni di contatto e conoscenza con piccoli artigiani di sapiente maestria o con grandi realtà industriali e professionali.
Proprio la scorsa settimana ho avuto l’opportunità di visitare una grande (non solo in termini dimensionali) industria nata e cresciuta nel cuore delle prealpi orobiche, la Radici Pietro Industries & Brands S.p.A., leader nel settore della produzione di moquette ove la tradizione va di pari passo con l’innovazione.
Ciò che stupisce è la grande attenzione posta alla qualità del prodotto finito, con la valorizzazione delle singole competenze e manualità. Ogni operaio lavora al proprio telaio con maestria e grande concentrazione, così da garantire un’alta artigianalità nel senso qualitativamente positivo del termine.
Nuovi macchinari in fase di installazione sono, per converso, sinonimo di una costante ricerca tecnologica con lo scopo di migliorare e implementare la produzione senza abbassare l’asticella della qualità.
L’attenzione riservata al sottoscritto mi ha dimostrato in concreto il costante interesse di questa azienda allo sviluppo di nuovi progetti, inesplorate sinergie e diverse creatività.
Quindi… stay tuned. Presto spero di potervi svelare i risultati di questa collaborazione.

Ogni progetto rappresenta una sfida, un obiettivo da raggiungere, spesso tra molte difficoltà e intoppi, ma, quando si deve intervenire su strutture ricche di passato e intrise di storie di uomini e delle loro passioni, la scommessa della riuscita è ancora più azzardata.

In questo caso devo creare nuovi spazi strettamente connessi, quasi compenetrati,  ad una storica cantina del prestigioso territorio del Chianti Classico. Vorrei riuscire a mantenere la magia dei suoi profumi così diversi con il volgersi delle stagioni, coniugando le linee curve delle sue sacre volte con luoghi contemporanei destinati alla scoperta del piacere che può derivare dal buon bere.

Nella ricerca dell’ essenza di questi luoghi ho, così, passato alcune lunghe serate, quando il lavoro dei fattori e dei cantinieri si ferma, scoprendone gli angoli più nascosti e dando così sfogo anche alla mia passione dilettantesca per la fotografia.

Prosit!

All’inizio di novembre ho fatto un viaggio a Budapest e l’esperienza è stata letteralmente “illuminante”. Nell’ampio progetto di ristrutturazione, recupero e rinnovamento delle architetture posto in essere a Budapest in tempi recenti, una particolare attenzione è stata prestata alla valorizzazione degli edifici tramite l’illuminazione.

Così, se questa città è meravigliosa di giorno, la sera è splendida perché da ogni suo punto, grazie ad un sapiente uso di luci di ultima generazione, si possono ammirare i  profili dei ponti che si riflettono nelle acqua blu del Danubio, l’elegante sagoma del cuore istituzionale rappresentato dal palazzo del parlamento e la possente struttura del castello che emerge sull’alto della collina di Buda.

Le sinuose linee dell’ architettura secessionista e più in generale di costruzioni di  un passato più o meno recente sono così tornate a far bella mostra di sé non solo sotto la luce naturale ma anche al chiaror della luna. Vi consiglio quindi una lunga passeggiata lungo fiume al calar della sera. Buon viaggio.